di Eva Fabbris
Nella sua indagine pittorica sui temi sacri, Anna Maria Trevisan prende costantemente spunti iconografici e stilisti dell’arte del passato. Con i pittori del Rinascimento e ancor di più con quelli del Manierismo condivide l’amore per la figura e una capacità magistrale di evocarla sulla tela. Consapevole della distanza storica e culturale che la separa da quei periodi, nonché conoscitrice del radicale rinnovamento introdotto in campo artistico dalle Avanguardie di primo e secondo Novecento, Trevisan ha deciso di educare la sua mano talentuosa alla sottrazione: le figure nella sua pittura sono alluse con pochi tratti di pennello. Questo disinteresse per la rappresentazione piena e dettagliata della fisicità in favore di una sorta di “ricordo” visivo fatto di trasparenze e velature, diventa emblema di una pittura sacra capace di raccontare per immagini la vita dello spirito.
Recentemente Trevisan ha deciso di sperimentare una serie d opere pittoriche in cui la figura dipinta si confronta con l’immagine riprodotta tecnologicamente. Per il suo lavoro di preparazione compositiva delle grandi pale d’altare e degli affreschi, da sempre si avvale di immagini fotocopiate. Scelte dai numerosi volumi di storia dell’arte e di storia della chiesa della biblioteca dell’artista, queste fotocopie sono state inizialmente realizzate come un più maneggevole compendio dei quadri o dei dettagli più amati, apprezzati e ripresi nelle sue opere. Col tempo Trevisan si è accorta che con esse stava dialogando, aprendo una riflessione profonda sul senso dell’atto di riprodurre un’immagine classica legata alla cultura cristiana e alla devozione. Ha deciso così di far riprodurre meccanicamente sulla tela di lino, ulteriore riferimento alla storia dell’arte e a suoi più classici materiali, le fonti iconografiche da cui trae i suoi dipinti e di dipingerci sopra. Si instaura così una feconda conversazione tra l’immagine riprodotta tecnicamente e quella dipinta. La scelta cromatica del bianco sottolinea la volontà di tratteggiare le figure nella maniera il più possibile immateriale, come fossero state fatte di luce – il che, nel caso delle fotocopie su tela, è un dato meccanicamente vero, mentre nell’atto pittorico, è una marcatura poetica verso la spiritualità. Nel ritratto di Paolo VI, la riproduzione dei ritratti fotografici del Papa – immagini note e amate dai fedeli – viene completata dalla capacità ritrattistica dell’artista nel rendere non solo la fisionomia, ma soprattutto le caratteristiche umane di dolce fermezza del ritratto.
GASC | Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei è lieta di annunciare una nuova donazione da parte dell’artista vicentina Annamaria Trevisan, autrice dell’opera Ritratto di Paolo VI dove sovrappone, ad immagini riprodotte meccanicamente sula tela di lino, il ritratto del Pontefice eseguito con un gesto pittorico.
L’artista si avvicina al tema sacro nel 1996 con il grande affresco a soffitto per la chiesa parrocchiale di Solesino, Padova. In questo ambito prendono vita importanti progetti come pale d’altare, pitture murarie, Vie Crucis e vetrate che arricchiscono edifici sacri italiani. L’intervento nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, con le sei tele raffiguranti I Misteri della Luce; il ciclo pittorico che illustra il Credo nella Chiesa Regina Pacis di Milano, progettata da Monsignor Vigorelli, il trittico per la cappella Beata Maria Pia Mastene e la pala del Battesimo per la chiesa di San Fior di Treviso, la vetrata raffigurante I Misteri della Luce nella chiesa di Caselle, Padova. Nel 2015 ha realizzato un ciclo pittorico per la Chiesa Montecchia di Crosara, Verona e una Via Crucis per la Chiesa di Farra di Solego, Treviso.
Diverse sono le mostre personali presso autorevoli sedi e istituzioni, quali la Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma (2010) Il Complesso Monumentale di San Silvestro a Vicenza (2011), Villa Caldogno a Caldogno (2012), Basilica d San Carlo al Corso a Milano (2015).
Ha partecipato alla XIII, XIV e XV edizione della Biennale di Arte Sacra a San Gabriele, Teramo.
Ha vinto il premio pittura alla III Triennale di Arte Sacra di Lecce.