bannerone-1

Storia

Breve cronistoria

La Compagnia di San Paolo nasce nel 1920 nella Diocesi di Milano secondo le indicazioni impartite dal Beato Cardinal Andrea Carlo Ferrari e per iniziativa del suo segretario Don Giovanni Rossi. Il primo nucleo della Compagnia è formato da laici e sacerdoti interamente e stabilmente dediti all’apostolato con il compito di realizzare opere sociali e di avvicinare le persone alla fede.

Nei primi anni, la Compagnia si muove all’interno dell’esperienza dell’Azione Cattolica, ma già nel 1924, la Comunità, avendo assunto un’identità sempre più propria, diventa una Congregazione Religiosa dipendente in modo diretto dalla Santa Sede.

Nell’arco di un decennio, la Compagnia di San Paolo incontra notevoli adesioni e conosce un grande sviluppo. Don Giovanni Rossi, che in quel tempo dirigeva la Compagnia, realizza scelte innovative che riguardano gli aspetti sociali della vita. Vengono create scuole professionali, un circolo giovanile di cultura, una biblioteca, un cinematografo, una mensa economica, un segretariato del popolo e una casa per le ragazze madri. L’apostolato della Compagnia si traduce così in una serie di iniziative corrispondenti ai bisogni del popolo, al fine di dare un’impronta cristiana non solo al singolo, ma all’intera società. La Compagnia di San Paolo inizia la sua esperienza nell’organizzazione dei pellegrinaggi e il suo impegno nell’editoria e nella stampa di giornali. Nel frattempo si sviluppa anche la “dimensione internazionale” dell’Organizzazione che si espande in Italia a Venezia e Genova, raggiunge Gerusalemme, Parigi, poi il Sud America (Argentina, Uruguay, Cile, con case in Buenos Aires, Cordoba, Rosario, Montevideo, Santiago), e infine gli Stati Uniti (Washington, New York).

Per suscitare consenso e adesione agli ideali paolini tra i laici viene ideata l’Associazione Cardinal Ferrari che coopera allo sviluppo delle iniziative sociali dell’Opera Cardinal Ferrari.

In Francia, a Parigi, la Compagnia svolge un’importante opera di apostolato con la “Maison de la Jeunesse”, ma gli sviluppi del fascismo in Italia e la crisi economica degli anni ’29-’30 ne provocano la chiusura. Nel 1932, Don Giovanni Rossi si dimette e la direzione della Compagnia viene affidata, temporaneamente, a Don Giovanni Penco, che rafforza l’azione paolina sulle iniziative a carattere sociale. Il programma della Compagnia di San Paolo, centrato sull’apostolato sociale, viene messo in crisi dal regime fascista, che impedisce ai cattolici uno spazio di azione diretta nella società e rivendica per sé l’ambito sociale.

Durante la seconda guerra mondiale, l’impegno della Compagnia si concentra sulle vittime delle leggi razziali, nascondendo nella sede di Milano partigiani ed ebrei, e successivamente sull’aiuto ai sinistrati dai bombardamenti.

Nel ’45 don Antonio Rivolta fonda a Civitavecchia (Roma) la “Repubblica dei ragazzi”, un villaggio che accoglie fanciulli privi di casa e di sostegno familiare, sottraendoli alla malavita. La fine della guerra e la riunificazione delle famiglie comporta una serie complessa di problemi psicologici, affettivi e sociali e don Paolo Liggeri, rientrato dai campi di concentramento di Dachau, apre a Milano l’Istituto La Casa, il primo consultorio familiare in Italia.

Il 30 giugno 1950 la Compagnia di San Paolo ottiene da Papa Pio XII il riconoscimento di Istituto Secolare, giungendo in questo modo fino agli anni del Concilio Vaticano II che porta gli Istituti religiosi a rivedere e aggiornare i propri statuti.

Da allora ad oggi, la Compagnia di San Paolo, nell’adesione allo spirito del Concilio e nell’attenzione ai segni dei tempi, sviluppa le diverse opere nelle quali è impegnata insieme alla testimonianza di tutti i propri membri in tutti i luoghi di lavoro dove operano. I membri della Compagnia partono dalla consapevolezza che la secolarità, immersa nei tempi e nei luoghi della storia, sia un valore affidato alla testimonianza dei cristiani affinché diventi mezzo di santificazione.

Il Beato Cardinal Ferrari, la Compagnia di San Paolo e la Casa del Popolo

Il 10 maggio 1987 veniva beatificato a Roma da Giovanni Paolo II il Cardinale Andrea Carlo Ferrari, già arcivescovo di Milano, morto il 2 febbraio 1921: una delle più belle e significative figure dell’episcopato del suo tempo.

Vissuto in un’epoca di evoluzione e rivoluzione per l’Italia e la Chiesa tutta, non volle rinchiudersi nel presbiterio, né tanto meno elevare barriere tra sé, il popolo, “il mondo”, cercò anzi di studiare attentamente i problemi e le esigenze nuove, per combattere il male ed evidenziare invece i valori positivi emergenti, con particolare cura ed amore ai giovani che volle sempre vicini a sé tanto da essere denominato “il Cardinale dei giovani”.

Andrea Ferrari era nato a Lalatta di Pratopiano – ora Lalatta del Cardinale – un paesino dell’Appennino parmense, nel 1850, quando si erano appena placati i moti del ’48; aveva quattordici anni quando Pio IX emanò il Sillabo; fu ordinato sacerdote tre anni dopo la ‘breccia di Porta Pia”; era da quattro anni Arcivescovo di Milano (prima era stato vescovo di Guastalla e  di Como), quando scoppiarono i sanguinosi moti del ’98; sofferse l’ondata del modernismo col rischio di esserne coinvolto; visse le ore gravi della prima Guerra Mondiale; si spense allo scoppiare della rivoluzione sovietica e quando già si annunciavano i primi indizi della rivoluzione fascista in Italia.

Per la sua fede, l’ardore apostolico, l’apertura del cuore grande e generoso, seppe sempre leggere, volta per volta, nella luce di Dio, le necessità del momento ed i possibili sviluppi futuri. 

Quando nel 1919, i fedeli milanesi chiesero al Cardinale come potergli manifestare concretamente la loro gratitudine per i 25 anni di ministero pastorale vissuti nell’arcidiocesi lombarda, egli espresse un unico desiderio: la realizzazione di una Casa del Popolo. Subito un fervido ed attivo comitato promotore si mise all’opera per raccogliere fondi, trovare il terreno adatto, provvedere alle opportune costruzioni. Ma tutto questo non bastava per dar vita ad un’opera che si proponeva di «affratellare tutte le iniziative cattoliche milanesi di indole sociale, fare opera di assistenza e di elevazione per le classi lavoratrici, offrire alla gioventù studiosa le più opportune provvidenze materiali e morali». 

Il Cardinal Ferrari vedendo che il suo sogno cominciava a prendere consistenza materiale, si rese subito conto che per attuarlo dando l’opportuno sviluppo alle molteplici iniziative, non sarebbero bastati dei volontari con impegno inevitabilmente saltuario, ma sarebbe stato necessario un gruppo di persone che vi si dedicasse totalmente a tempo pieno.

L’idea trovò pronta e generosa rispondenza per l’immediata realizzazione nel suo segretario don Giovanni Rossi. Così il 17 novembre 1920 il Cardinale, già gravemente colpito dal cancro alla gola, pochi mesi prima di morire, ebbe il conforto e la gioia di approvare lo statuto che costituiva la nascente Comunità di San Paolo e di benedire i primi cinque membri (tre sacerdoti e due laici).

Alla morte del Cardinal Ferrari tutte le attività che andarono sviluppandosi nella Casa del Popolo si unificarono sotto la denominazione Opera Cardinal Ferrari e con tale nome vennero indicate le altre “Case” che successivamente furono aperte in altre città d’Italia e nel mondo. Dalla medesima ispirazione nacquero così opere con programmi analoghi ma differenziati, secondo le particolari esigenze del paese e del tempo in cui sorgevano.