IMG_7232

Raul Soldi: Visitazione

banner foto MC17-03

Da giovedì 22 giugno sabato 22 luglio 2017, sarà visibile al pubblico, nelle sale del museo, l’opera Visitazione del pittore Raul Soldi, presentata in occasione dell’ultimo concerto pianistico della rassegna MUSEO IN CONCERTO.

RAUL SOLDI

(Buenos Aires, 1905-1994)

VISITAZIONE

II metà del XX secolo

Studio per gli affreschi della Chiesa di Glews, Argentina

olio su tela

GASC | Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei

Autore dell’opera Visitazione è Raul Soldi, artista argentino originario di Buenos Aires la cui formazione artistica ha in parte luogo in Italia, dove frequenta l’Accademia di Brera come allievo di Aldo Carpi e subisce l’influenza di diversi modelli. Lavora con il gruppo Avanguardia Artistica e nel 1927 espone nella galleria il Milione con Lucio Fontana.

Una volta rientrato in Argentina lavora per diversi anni come scenografo ma nel 1953, affascinato dalla cittadina di Glew, vicina alla capitale, inizia l’opera pittorica che lo impegnerà per diversi anni: il ciclo di affreschi della chiesa di Sant’Anna.

Una mattina, vedendo la porta della chiesa aperta, decide di entrare e si accorge che le pareti sono completamente bianche, prive di ornamenti pittorici. Allora si accorda con il parroco locale ed inizia a dipingere. Da quel momento ritorna a Glew per più di vent’anni, per completare gli oltre 250 metri quadrati di affreschi, dedicati alla storia di Sant’Anna e al tema mariano.

Racconta l’artista: “Ventitré estati, dove trascorsi i momenti più felici della mia vita, gratificati dalle immagini e dalla particolare atmosfera che mi circondava: il suono dell’armonium di padre Domingo, il martellare sordo sulle pareti di padre Girolamo, il tumulto delle galline, la quiete e il silenzio delle strade polverose di Glew nel riposo del pomeriggio”.

I volti di queste persone a lui care, ritornano nei ritratti di alcune delle figure protagoniste degli affreschi.

Il dipinto della GASC raffigurante la Visitazione, è uno studio preparatorio per una delle scene che decorano la chiesa. Esistono altri studi conservati in collezioni prestigiose, come il dipinto La vergine e sant’Anna, donato dall’artista  nel 1973 alla Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani, raccolta successiva alla GASC ma ad essa legata.

L’artista raffigura il momento in cui Maria si reca in visita alla cugina Elisabetta. L’incontro di due donne, entrambe in attesa di un figlio. Due maternità straordinarie: Maria aspetta il figlio di Dio “senza aver conosciuto uomo”, mentre Elisabetta ha concepito un figlio nonostante la tarda età.

Maria entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Ed ecco che, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, le balzò in seno il bambino” (Lc. 1, 39)

L’opera è un inno al Magnificat. Una composizione giocata sulle sfumature e i diversi toni del blu, dell’azzurro, del verde e del rosa. Colori saturi e pennellate decise che delineano le due eleganti figure riccamente abbigliate.

L’incontro e il dialogo tra le due donne è affidato agli sguardi, teneri e affettuosi, e alla gestualità delle mani. Mani che si parlano cercandosi e intrecciandosi. Mani che portano in dono dei fiori, iconografia nota e ricca di significato. Un incontro intimo e carico di sentimenti.

Anche i ventiquattro preludi di Chopin, compositore protagonista del concerto, evocano diversi sentimenti ed immagini che sono una finestra sul mondo musicale e personale del maestro. Un’istantanea musicale, perché sono immediati, concisi e concentrati.

Ispireranno i preludi di Debussy e di Rachmaninov. Per Schumann “Sono schizzi, frammenti iniziali di studi, se vogliamo, ruderi, penne d’aquila, selvaggiamente disposte alla rinfusa”.

Per Andrè Gide, premio nobel per la letteratura, “Ognuno di essi prelude alla meditazione. In nessun’altra opera di Chopin crea un’atmosfera particolare, crea uno sfondo sentimentale e quindi si spegne, tace. Alcuni sono pieni di grazia e di incanto, altri spaventosi, ma nemmeno uno di essi suscita indifferenza”.